Pitti Immagine Uomo103a edizione: si riparte come sempre dal consueto appuntamento di Firenzealla Fortezza da Basso, la lunga stagione di presentazioni, sfilate e settimane della moda in tutto il mondo con cui si rivela la moda che indosseremo il prossimo autunno/invernoE come sempre l’anno inizia da abbigliamento maschilequello presentato in anteprima a questa fiera che, nonostante tutto, resta saldamente leader del settore.
Un’edizione che sembra riportare – anche se in parte, lentamente e comprensibilmente con difficoltà – l’evento sulla strada dei fasti (e soprattutto dei numeri) pre-pandemia. Qualcosa – è innegabile – è cambiato, e forse per sempre. Ma se c’è un posto dove possiamo provare a capire dove sta andando la moda maschile – o, in sostanza, come ci vestiremo – ebbene, quel luogo continua a essere Pitti. E il percorso della moda va, come sempre, ricercato ricostruendo come un puzzle gli indizi lasciati qua e là tra gli stand, le presentazioni in giro per la città, gli eventi, le parole degli addetti ai lavori e gli sguardi dei visitatori, in varie e diverse vesti, della manifestazione.
Abbiamo provato a trarre le conclusioni di questa edizione di Pitti Uomo il più possibileche potrebbe davvero essere ricordato come l’inizio della rinascita. Con un po’ di ottimismo, che è comunque utile e buono.
Io sono di tendenza
Uno, quello macroscopico e più evidente: l’ comfortL’uomo continua ad avere il sacrosanto desiderio di vestire bene, con attenzione e la giusta dose di vanitàma non ha nemmeno il minimo tempo per prepararsi mettere in cui sentirsi costretti, limitati, imbarazzati. Comfort e praticità vengono prima. I volumi sono quindi generosi, i tessuti morbidi, i fronzoli ridotti al minimo. Ma l’insieme ha un fascino tutt’altro che punitivo.
E poi, ancora, dappertutto, l’ispirazione viene chiara e diretta dal mondo etnico e popolarecon innegabili suggestioni che provengono dall’universo Navajo come da quello Tuareg, e comunque dalle tradizioni di ogni angolo del globo. Ma restiamo, sempre e comunque, dalla parte dell’omaggio e della citazione, più che da quella pericolosa dell’appropriazione culturale.
L’essenziale
Cioè, quegli oggetti che in qualche modo ci sembrava di vedere ovunque. Il primo: il maglieria. Ma purché sia molto colorato, artistico, lavorato, dipinto, assemblato, fantastico, vivace. Speciale. Se c’è un campo in cui la fantasia delle aziende, piccole o grandi, si è davvero scatenata, è quello delle maglieriaUn esempio tra i tanti? Il marchio Progetto Filato di Scarto e i suoi maglioni patchwork irresistibilmente diversi, presentati tra i marchi sostenibili del progetto S/Stile.