Quando era piccolo succedeva che Giuseppe Giofrè chiamò la madre dicendole che non si sentiva abbastanza bene per lasciare la scuola prima, ma non era vero. “Ho detto che mi sentivo male, ma in realtà volevo solo tornare a casa, mettermi al computer, andare su YouTube ed eMule e guardare i video dei concerti di Britney Spears”, racconta Giuseppe, che in stella, la sua autobiografia pubblicata da Mondadoridefinisce la sua passione per la danza esattamente così: una “febbre di vita”. “Fin da bambino ho sempre sentito un fuoco fortissimo che non riuscivo a controllare e che mi portava a non stare mai fermo”, continua Giofrè che, in effetti, non è mai stato fermo. Dopo aver fatto la spola tra l’Italia e Los Angeles e avendo accompagnato stelle come Taylor Swift e Jennifer Lopez nei loro tour mondiali, per Giuseppe è giunto il momento di ricoprire per il secondo anno consecutivo la carica di giudice della serata Amici che raccontare al mondo la sua storia: quella di un bambino di Mare di Gioia Tauroin Calabria, pazzo per le lasagne della zia Pina e le polpette della nonna, che ha sempre seguito la sua “stidda”, che in dialetto calabrese significa “stella”, intesa come passione ma anche come persona a lui molto cara.
Chi è la tua “star”?
«Mio nonno materno, che fin da piccolo mi ha incoraggiato a ricercare la verità delle cose».
Come?
“Con piccoli gesti, o anche solo guardandolo negli occhi azzurri. Mentre scrivo nel libro, aveva sempre il viso rivolto al cielo, chiedendosi che tempo avrebbe fatto il giorno dopo. Ancora oggi quando torno in Calabria a trovarlo, lui è sempre lì, alza lo sguardo seduto sulla sedia fuori casa e chiede che tempo farà il giorno dopo, una frase che mi porto dietro perché anch’io, come mio nonno, mi chiedo sempre cosa mi aspetta.”
Qual era la sua stella?
“Ballare, raggiungere una stella come Britney Spears e, ora, raccontare, anche attraverso questo libro, ai ragazzi quanto sia importante seguire la propria strada senza farsi influenzare da nessuno, mettendo sé stessi al primo posto esattamente come ho fatto io. Fare della mia passione una priorità mi ha, infatti, permesso di raggiungere i miei obiettivi.”
Le persone che la circondavano capivano quanto ardesse il fuoco dentro di lei?
“Le prime a capirlo sono state mia madre e mia nonna. Papà era un po’ scettico all’inizio, soprattutto quando ho iniziato a frequentare la scuola di danza a Gioia Tauro.”
Qual era la causa dello scetticismo di tuo padre?
“Perché all’inizio probabilmente pensava che suo figlio dovesse giocare a calcio, anche se, a dire il vero, mio padre non mi ha mai chiesto perché facessi quello e non altro. All’inizio forse pensava che quello che mi piaceva lo facessero le ragazze, ma poi ha capito.”
Quelli che non capivano erano molti bambini del villaggio che cominciarono a prenderla di mira.
“Alcuni di loro mi scrivono oggi su Instagram per congratularsi con me. Sono felice che alcuni siano cresciuti e abbiano una mentalità più aperta. Altri, invece, sono rimasti tra le quattro mura dove li ho lasciati.”
Nel libro racconta che una volta un ragazzo lo schiaffeggiò e gli ruppe gli occhiali da sole, che lui conserva ancora oggi.
“Erano delle Carreras bianche che mi avevano regalato per il mio compleanno. Quando mi hanno schiaffeggiato e si sono rotte, le ho rimesse subito nella borsa e le ho portate a casa. È stata probabilmente una delle scene peggiori che abbia mai visto.”
Li ha fatti riparare?
“No. In parte perché non avevo i soldi e in parte perché non ho mai raccontato ai miei genitori cosa era successo. Ho lasciato gli occhiali nella custodia e sono ancora lì oggi.”
Qualcuno sapeva del bullismo che aveva subito?
“Solo Marco, un compagno di scuola che mi era vicino su MSN. Era l’unica persona con cui potevo aprirmi. Ero una persona molto riservata ma la cosa bella è che, il giorno dopo, ho ricominciato come se nulla fosse successo, senza fermarmi e senza smettere di credere che un giorno sarei diventata una ballerina. Detto questo, a posteriori penso di aver sbagliato a non parlare: sono stata abbastanza fortunata da sopravvivere a quello che mi è successo, ma non è così per tutti.”
Si rialzava sempre dalle difficoltà, come scrive in stella.
“La vita mi ha messo alla prova e mi ha reso la persona che sono oggi. L’unico colpo che mi ha buttato giù è stato quando i direttori artistici mi hanno detto che la residenza di Britney Spears a Las Vegas a cui stavo lavorando era stata posticipata, quando tutti noi ballerini sapevamo che era stata annullata. Poi è arrivato il tour con Jennifer Lopez, con cui lavoro ancora a livello personale: è l’artista a cui tengo di più in questo momento.”
Quando parla di livello personale, intende dire che si relaziona con lei senza intermediari?
“Sì, parliamo e spesso mi invita alle cene che organizza a casa sua e ai pranzi di Natale. È un’artista completa e molto professionale che mi ha insegnato molto.”